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Pisside in legno di ulivo e ottone dorato 21 cm

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Descrizione

Pisside in legno di ulivo e ottone dorato21 cm

La pisside in legno e metallo è una pisside realizzata in legno scuro, sormontata da una piccola croce in metallo dorato.

 

Specifiche tecniche

Peso: 1 kg
Materiali: legno ulivo e ottone bagno oro
Diametro coppa: 12 cm

Altezza:Diametro base: 10 cm
Altezza: 21 cm

 

Pisside in legno di ulivo e ottone dorato 21 cm

La pisside è un vaso sacro utilizzato per conservare le ostie consacrate e distribuirle ai fedeli; quando le contiene, si custodisce nel tabernacolo, coperto dal conopeo.
Recipienti con questo scopo vi erano presenti sin dai primi secoli del Cristianesimo, come ad esempio il cestino, dove si mettevano i pani benedetti che compaiono nelle iconografie paleocristiane e che viene anche ricordato da san Girolamo.

Durante l’alto Medioevo e fino al Mille, l’Eucarestia si conserva nelle chiese non per il culto, ma per usarla come viatico. La riserva era, quindi, molto piccola e la si conservava in teche di capacità minima e di forma generalmente cilindrica, da cui il nome di pissidi a torre.

Nel IX secolo venne regolamentata la custodia eucaristica, infatti, i Decretali di Leone IV (847 – 855) specificano che la pisside è il solo vaso sacro destinato a contenere l’Eucarestia. All’inizio del X secolo, si datano ulteriori indicazioni sull’argomento e sul fatto che la pisside doveva essere conservata super altare, protetta da ogni atto sacrilego.

Documenti del XIII secolo accettano per questo vaso sacro varie collocazioni:

  • sospesa al ciborio (pisside pensile);
  • conservata in un tabernacolo sull’altare o vicino ad esso.

In questo periodo anche la forma andava lentamente mutando, passando cioè dalle piccole pissidi a torre a quelle su piede, comparse all’inizio del XIII secolo ed utilizzate per:

  • la custodia;
  • l’adorazione eucaristica.

Dopo il Concilio di Trento (1545 – 1563) s’iniziò ad utilizzare la pisside:

  • per distribuire la comunione;
  • come contenitore per la conservazione delle ostie consacrate non consumate.

Liberamente tratto da Cathopedia