Icona Madonna smaltata cloisonne’ cm 24

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COD: 4067MORA Categoria:

Descrizione

Icona Madonna smaltata cloisonne’ cm 24

L’Icona Madonna smaltata cloisonne’ cm 24 è un’icona finemente decorata a smalto e ricca di dettagli che rappresenta l’immagine della Madonna seduta, con il Gesù Bambino fra le braccia.

La Tecnica della decorazione a smalto consiste nel creare, mediante sottili nastri d’oro, argento o rame, saldati al metallo di fondo, compartimenti ( cloisons) da riempire con materiale vetrificabile.

 

Specifiche tecniche

Peso:
Materiali: smalti su rame con tecnica cloisonne’
Dimensioni: 16x24x2 cm

 

Icona Madonna smaltata cloisonne’ cm 24

Il cloisonné, chiamato anche lustro di Bisanzio, è una tecnica di decorazione artistica a smalto, nella quale dei sottili fili (filigrane) o listelli o piccoli tramezzi metallici; celle o alveoli, sono saldati o incollati ad una lastra di supporto dell’opera da costruire.
Successivamente è colato dello smalto, ottenendo quindi una sorta di mosaico le cui tessere sono circoscritte esattamente dai listelli metallici.

Questa tecnica è di tipo “additivo” di materia smalto su metallo, e non è quindi da confondere con la decorazione a smalto chiamata champlevé; che, come dice letteralmente lo stesso nome francese (campo levato) è invece sottrattiva; in quest’ultima tecnica il procedimento iniziale è simile, ma gli alveoli sono levigati a mano e quindi rifiniti.

La tecnica artistica del cloisonné è antichissima, addirittura conosciuta nell’antico Egitto, dai Goti e dai Longobardi.

Tuttavia, l’iconoclastia dell’VIII secolo fece perdere numerose opere.
Successivamente, furono ritrovate a Cipro, quindi giunte in Europa dall’arte bizantina del X – XII secolo; soprattutto a causa dei saccheggi della Quarta Crociata del 1204, dove vennero altresì ereditate tecniche e materiali per realizzare la celebre Pala d’Oro della Basilica di San Marco di Venezia.

Rapidamente, lo smalto cloisonné si diffuse quindi col nome di lustro di Bisanzio, soprattutto in Francia (fin dall’epoca merovingia), poi in Germania, ma anche in Italia e in Georgia.
In Francia appunto, prese l’attuale nome di cloison, dal latino clausus; cioè chiuso, indicando la celletta (o tramezzo o compartimento) degli alveoli di supporto, su cui la tecnica artistica è basata.

Nel centro Italia del XIII secolo fu introdotta la variante del cloisonné traslucido, più correttamente detto solo smalto traslucido, attestato, ad esempio, da opere quali il calice di S. Francesco d’Assisi dell’orafo mediaevale Guccio di Mannaia, nel 1290 circa.

Liberamente tratto da “Wikipedia