Cubo Santa Rita 40 cm in vetro decorato al laser

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COD: SRA002SNT Categoria:

Descrizione

Cubo Santa Rita 40 cm in vetro decorato al laser

Il cubo Santa Rita 40 cm è un cubo realizzato in cristallo, con al centro una graziosa immagine che rappresenta il dolce volto di Santa Rita mentre regge un crocifisso fra le mani, inciso all’interno con il laser..

 

Specifiche tecniche

Peso: 150 g
Materiali: vetro

Dimensioni:40×40 cm

 

Cubo Santa Rita 40 cm in vetro decorato al laser

Santa Rita viene riconosciuta dei fedeli come La santa dei casi impossibili. La sua fu una vita accompagnata sempre dalla solitudine e dalla preghiera.

Santa Rita nacque come dono della Provvidenza verso il 1380 e fu costretta a sposare un marito violento e brutale. Ma grazie alla sua dolcezza, usata per rispondere alla violenza del marito, riuscì a rendere più docile il suo carattere.

Successivamente, dopo aver perso i suoi figli, chiese di essere accolta al monastero di S. Maria Maddalena di Cascia, ma fu respinta 3 volte. Poi, una notte, ebbe l’apparizione di S. Giovanni Battista, S. Agostino e S. Nicola da Tolentino, che la trasportarono a Cascia e, grazie a questo miracolo, venne accolta nel monastero. Da quel momento in poi praticò sempre carità, pietà e tante penitenze nella sua vita nel monastero. Fu molto devota alla Passione di Cristo, desiderando la condivisione dei suoi dolori. Proprio per questo Gesù esaudì le sue preghiere e un giorno, mentre era in contemplazione davanti al Crocifisso, sentì una spina della corona del Cristo conficcarsi nella fronte, producendole una profonda piaga, che poi divenne purulenta, costringendola ad una continua segregazione. Il 22 maggio 1447 Rita si spense, mentre le campane da sole suonavano a festa, annunciando la sua ‘nascita’ al cielo.

Santa Rita rappresenta un modello di donna che è riuscita, grazie alla sua fede e al suo amore verso Dio, a lottare e a superare i momenti più duri, poiché i suoi giorni furono tristemente accompagnati da continue lotte, pestilenze, carestie e dalla fame.

Liberamente tratto da “Santi e beati