Calamita Santa Rosalia in metallo dorato 4 cm

COD: DORSROSALIA Categoria:

Descrizione

Calamita Santa Rosalia in metallo dorato 4 cm

La calamita di Santa Rosalia in metallo dorato è una calamita che è formata da un cerchio in metallo dove si trova la figura di Santa Rosalia mentre tiene un fiore, con una corona di rose sul capo e una grande aureola. Sopra il capo della giovane si trova la scritta “S.ROSALIA PROTEGGIMI“.
Tutto intorno a questo cerchio in metallo si trova una decorazione realizzata in metallo dorato, formata da linee ondulate.

 

Specifiche tecniche

Peso: 15 g
Materiali: metallo
Altezza: 4 cm

Calamita Santa Rosalia in metallo dorato 4 cm

Santa Rosalia nacque a Palermo nel XII secolo e morì il 4 settembre del 1160 a 35 anni. la giovane era figlia del Duca Sinibaldo, feudatario, signore di Quisquinia e delle Rose.

Rosalia visse in un’atmosfera di fervore e rinnovamento religioso. Seguendo l’esempio degli anacoreti, lasciavano gli agi della vita e si ritiravano in una grotta o in una cella, Rosalia si ritirò in una grotta del feudo paterno della Quisquina a circa 90 km da Palermo sui Monti Sicani in Provincia di Agrigento in territorio di Santo Stefano Quisquina.

Da lì la giovane eremita, si trasferì in una grotta sul Monte Pellegrino. Secondo la tradizione morì il 4 settembre, che si presume, dell’anno 1160.

Nel 1625 una grave epidemia di peste colpì la città di Palermo. Un uomo, Vincenzo Bonelli, fuggì sul Monte Pellegrino e qui gli apparve la “Santuzza” predicendogli la morte per peste. La Santa aggiungese che, se voleva la protezione per la sua anima, doveva dire al cardinale che non dubitasse più dell’autenticità delle reliquie e le portasse in processione per la città. Solo in questo modo la peste sarebbe finita.

Successivamente, quando tornò in città, si ammalò di peste e prima di morire confessò ciò che gli era stato rivelato. Il 9 giugno del 1625,  si portò in processione l’urna con le reliquie, con la partecipazione di tutta la popolazione e con grande solennità. La peste cominciò a regredire. Il 15 luglio quando si fece il pellegrinaggio sul Monte Pellegrino, nell’anniversario del ritrovamento delle reliquie, non comparve più nessun caso di appestato.

Da quel 1625 il culto fu autorizzato dalla Chiesa palermitana per la vergine eremita contemplante sul Monte Pellegrino, quale testimonianza di eccezionale ascesi cristiana, che nei secoli non è stato mai dimenticata dal popolo palermitano.

Liberamente tratto da Santi e Beati

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